Don Valdir José De Castro, Superiore generale, dal 14 al 18 ottobre, ha visitato la Comunità paolina dei Bari, accompagnato dal Vicario generale don Vito Fracchiolla. È la prima volta che un Superiore Generale visita la casa di Bari, a parte le visite frequenti del Fondatore Don Alberione agli inizi, nella fase di costruzione. La comunità paolina di Bari è nata nel 1950, ma discende dalla precedente comunità fondata nel 1942 a Cosenza, in piena seconda guerra mondiale.
Il primo incontro è stato con l'arcivescovo di Bari, mons. Francesco Cacucci, amico e conoscitore da sempre dell'opera e del carisma paolino. I cambiamenti del mondo presente e le nuove forme della comunicazione, sono stati gli argomenti centrali dell'incontro, ampliato dalla visita alla Cattedrale e alla Basilica ecumenica di San Nicola, nel centro storico, due esempi straordinari di romanico pugliese, in pietra bianca, forte emblema della fede cristiana in Puglia.
Nella Comunità San Paolo di Bari, il Superiore generale ha dato priorità assoluta all'incontro con i singoli fratelli, quattro sacerdoti e tre Discepoli del Divin Maestro. Il tema dominante dei colloqui (e dell'omelia introduttiva) è stata la comunicazione. Comunicazione e comunione, quando si parla di comunità. Comunicazione e “spirito paolino” quando si parla di fondazione e missione.
Un intervallo, domenica 16 ottobre, ha permesso a don Valdir di allargare le sue conoscenze pugliesi. Ha visitato Castel del Monte con il suo castello ottagonale di Federico II, le cattedrali di Trani e Ruvo, città storiche medievali, ricche di arte e di testimonianze di fede. A guidarlo, don Vito Fracchiolla, nato proprio a Ruvo.
Lunedì, 17 ottobre, la visita di don Valdir si è completata e conclusa con l'incontro della Famiglia Paolina. Non tutti hanno potuto essere presenti, ma una folta rappresentanza ha riempito la sala multimediale “Don Giacomo Alberione” (oltre 100 posti). Erano presenti la Società San Paolo, le Pie Discepole, le Annunziatine, provenienti da varie provincie, il numeroso gruppo dell'Istituto Santa Famiglia, i Cooperatori, collaboratori, amici. Ogni istituto ha presentato se stesso e la sua attività. Nel messaggio, che il Superiore generale ha rivolto ai presenti, ha tracciato magistralmente l'eredità e la modernità del Fondatore: da lui abbiamo ricevuto Gesù Maestro Via Verità e Vita, l' “edizione umana” del Figlio di Dio; ha ricordato che il Beato Don Alberione ci ha affidati alla Regina degli Apostoli, Madre di Gesù, anzi l'“editrice” di Gesù (dal latino edit, ha generato); e infine, San Paolo Apostolo, che ha generato la Famiglia Paolina, l'uomo e l'Apostolo che ha “editato” il Vangelo alle genti, ai pagani, nostro modello ineludibile nella ricerca di nuove forme di comunicazione.
Il dono della visita di don Valdir è stato ricambiato con l'icona dell'Ultima Cena, dove Gesù rivela agli apostoli il mistero della sua Pasqua e la salvezza che ne è derivata per l'umanità: comunicazione e comunione, sacramento e salvezza, santità e missione paolina.