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Mar, Apr

Il tema dei laici sta emergendo, anche se con fatica, all’interno della Chiesa, della Famiglia Paolina e della Società San Paolo.

Papa Francesco si esprimeva così dopo l’Angelus dell’11 ottobre 2020: “Che il parlare dei laici non sia una moda, non sia un ripiego per la scarsità di vocazioni, non sia la ricerca di manovalanza: “… nessuno di noi è stato battezzato prete né vescovo: siamo stati tutti battezzati come laici e laiche. I laici sono protagonisti della Chiesa. Preghiamo affinché, in virtù del battesimo, i fedeli laici, specialmente le donne, partecipino maggiormente nelle istituzioni di responsabilità nella Chiesa, senza cadere nei clericalismi che annullano il carisma laicale e rovinano anche il volto della Santa Madre Chiesa”.

I Governi generali della Famiglia Paolina, nei loro raduni annuali, hanno dedicato al tema dei laici ben 6 incontri, nel 1988, 1989, 1990, 2020, 2021 e anche quello in programma per il 2022, trattando il tema della Famiglia, porta con sé dei riferimenti ad una vocazione specifica del laico, come quello della famiglia.

La Società San Paolo, nei documenti capitolari degli ultimi anni, inserisce, tra le priorità, quella di “crescere nella collaborazione nei confronti con i laici” e, tra le linee operative, sollecita i Superiori di Circoscrizione, insieme ai Direttori generali a “definire e realizzare un programma formativo per i collaboratori laici, inteso a migliorare la loro professionalità e accrescere la conoscenza e la collaborazione reciproca”. Tale programma è stato realizzato dal CTIA con il contributo dei Direttori generali di tutte le Circoscrizioni, ma fa fatica ad essere applicato e messo in atto in varie nazioni.

Oggi abbiamo una grande opportunità per dare concretezza alle dichiarazioni presenti nei nostri documenti, nei nostri incontri e nei Progetti apostolici a favore dei laici.

La strada che ci viene indicata è quella che Papa Francesco ha avviato nella Chiesa, e cioè “il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio”. (Papa Francesco: Commemorazione del 50° anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015).

E il nostro Superiore generale, riflettendo sul tema della sinodalità, ci dà due indicazioni precise da seguire : la sinodalità come “metodo”, cercando anche un senso a questa prassi, che deve spingere anche noi Paolini ad assumere uno stile di vita che valorizzi ogni persona, che motivi ognuno a sentirsi realmente parte di un “corpo”, che stimoli alla corresponsabilità, che faccia veramente ognuno, in qualche modo, partecipe della vita e della missione paolina, dove gli uni ascoltano gli altri e tutti cercano di ascoltare cosa dice lo Spirito.

La grande sfida è – anche se faticosa – passare da una “sinodalità occasionale” ad uno “stile sinodale” di Congregazione; trasformare, cioè, la sinodalità in metodo di preghiera, di pensiero, di programmazione e di realizzazione comune, per far arrivare con efficacia il nostro messaggio ai nostri interlocutori. (Lettera annuale 2020).

Il cammino sinodale può dare una forte spinta alla valorizzazione del ruolo dei laici nella nostra Congregazione, un impegno che dovrà essere portato avanti con fiducia, con pazienza e con spirito e colore paolino.

Come può il nostro Fondatore illuminarci e aiutarci nel nostro cammino in compagnia dei laici?

Sappiamo che Don Alberione, ancor prima della fondazione della Società San Paolo, pensava ad un gruppo di collaboratori laici per la buona stampa; sappiamo del suo forte impegno per circondare la Famiglia Paolina nascente di un numeroso gruppo di Cooperatori laici, fino a fondare nel 1917 l’Associazione dei Cooperatori Paolini; conosciamo il suo pensiero sui Cooperatori espresso nei suoi scritti.

Credo, però, che tutta questa nostra conoscenza che abbiamo dell’intuizione di Alberione sui Cooperatori laici debba essere integrata con il suo vissuto quotidiano, narrato nelle cronache del Bollettino Unione Cooperatori Buona Stampa delle origini. Potremo allora scoprire alcuni elementi, presenti nell’animo di Alberione, che lo hanno guidato e contraddistinto nel suo rapporto, impegno e valorizzazione dei Cooperatori, elementi che, forse, non riusciamo a percepire leggendo solo i suoi scritti. Sfogliare i primi numeri del Bollettino Unione Cooperatori Buona Stampa ci fa scoprire le svariate modalità di coinvolgimento che il nostro Fondatore ha messo in atto per unire i laici allo spirito e all’opera che stava iniziando. Indubbiamente Don Alberione ha avuto molta cura e stima nei confronti dei Cooperatori laici dedicando loro tempo ed energie.

Dalla “narrazione” presente nel bollettino UCBS, composta da tanti aneddoti, storie, informazioni le più svariate, da tutto questo possiamo farci una idea “viva” del suo modo di rapportarsi e valorizzare i laici e ne possiamo trarre, anche per noi, delle indicazioni, valide ancora oggi.

A mio parere, le qualità essenziali che tali racconti evidenziano e che ci possono aiutare a migliorare i rapporti di collaborazione fattiva con i laici, sono:

  • Don Alberione, prima di tutto, credeva e aveva fiducia e stima di questa realtà ed era ben cosciente della necessità dei laici uniti nello spirito e nella missione paolina.
  • Il Fondatore aveva una visione ampia del modo di intendere e realizzare la cooperazione dei laici.
  • Egli riusciva a trasmettere un ideale elevato, un progetto di respiro universale, che dava senso e valore alla vita di una persona. Nell’incontro internazionale dei Cooperatori realizzato nel 2018 a conclusione delle celebrazioni del centenario di fondazione dell’Associazione, ha avuto molta eco e risonanza il grande obiettivo loro proposto: Svegliate il mondo con la luce del Vangelo.
  • La prossimità: Don Alberione realizzava tale vicinanza ai cooperatori con:
    1. Una intensa e costante comunicazione con loro per renderli partecipi, dalle cose più semplici a quelle più impegnative che si andavano realizzando.
    2. Dedicando loro tempo per la formazione diretta.
  • Caratteristica del nostro Fondatore è stata la sua capacità di coinvolgere i Paolini insieme ai laici nella missione paolina nelle sue varie espressioni apostoliche.

Queste evidenziate potrebbero essere alcune direttrici da incentivare oggi nel nostro rapporto e percorso con i laici, avendo come presupposto: che i Paolini sentano la necessità di non camminare da soli, dedichino tempo e risorse alla formazione e alla comunicazione con i laici, percepiscano la loro presenza come un valore reciproco che completa la nostra azione missionaria e ci si sieda insieme attorno ai tavoli progettuali.

L’augurio che ci facciamo è che si diffonda nel cuore di ogni Paolino, l’urgenza, la necessità e il valore di camminare con i laici, vedendoci come dono gli uni per gli altri.

* Don Vito Fracchiolla, Vicario generale

Agenda Paolina

16 Aprile 2024

Feria (bianco)
At 7,51–8,1a; Sal 30; Gv 6,30-35

16 Aprile 2024

* Nessun evento particolare.

16 Aprile 2024SSP: Fr. Ignazio Rossi (1934) - D. Paolo Marcellino (1978) - D. Pietro Borrano (1993) • FSP: Sr. Caterina Carbone (1970) - Sr. Caterina Di Francesco (1994) - Sr. M. Rosa Tilli (2000) - Sr. Anne Mattapallil (2002) - Sr. M. Ermelinda Malaculeo (2016) - Sr. M. Domizia Donniacuo (2019) - Sr. M. Gianfranca Consiglio (2020) - Sr. M. Vicentina Lopes (2020) • PD: Sr. M. Vincenzina Vassallo (1981) • IGS: D. Ottavio Casuscelli (1981) - Mons. Giuseppe Franciolini (1989) • ISF: Maria de Jesús Moreno (2010).